Poliamore, la frontiera
Non si può certo dire che Salvatore Piscicelli
sia un autore (cinematografico e letterario) prevedibile e integrato
in certi schemi tradizionali. Non solo e non tanto per la
capacità/vocazione di cambiare genere e linguaggi (ma sempre
cementati dal suo linguaggio cine-letterario e da certe costanti
tematiche e di sguardo), ma anche per un rapporto originale e
personale con la scrittura che pratica in funzione naturale del suo
fare cinema e della sua mise en scène. È come se
praticasse un interscambio con tempi differiti tra cinema e
letteratura. E non si ferma davanti a niente: il film lo gira e il
romanzo lo pubblica anche se non trova subito un interlocutore
editoriale. Infatti la sua nuova opera letteraria Emma e il
poliamore è un ebook (StreetLib Editore, euro 3,99) disponibile
su tutte le piattaforme online, Amazon, Ibs, Kobo, Mondadori,
Feltrinelli.
E a riprova del suo eclettismo ma anche della sua
insofferenza intellettuale verso la comoda ripetitività e/o il
successo di una formula, dopo il noir (romanzo e film) Vita
segreta di Maria Capasso, questa volta ha optato per la forma
della commedia (drammatica). Non solo ma ha abbandonato
temporaneamente il protagonismo assoluto di una donna per distribuire
l’imprescindibile (per lui) sguardo femminile in un’intrigante
coralità. Del resto se Immacolata, Concetta, Rosa, Regina, Maria
Capasso erano necessarie per la centralità narrativa del ruolo
femminile per veicolare le stratificazioni culturali, le
contraddizioni storiche irrisolte, gli equivoci della
rappresentazione della città (Napoli e provincia), in questo caso il
contesto, la storia e i personaggi richiedevano una pluralità di
sguardi e una frantumazione della sensibilità e della personalità
femminile orgogliosa e destabilizzante. Il poliamore (dall’inglese
polyamory) del titolo è una nuova frontiera dei rapporti
amorosi e si concretizza nella possibilità di amare più di una
persona contemporaneamente, col consenso di tutti coloro che vi sono
coinvolti. Il rifiuto della monogamia e fenomeni quali la coppia
aperta o l’amore libero non sono certamente nuovi, ma qui l’accento
è posto su un approccio responsabile, onesto, aperto, non
possessivo, in definitiva etico.
Col tempo il poliamore è andato sempre più
costituendosi come un vero e proprio movimento che partendo dagli
Stati Uniti si è rapidamente diffuso in molti paesi, compresa
l’Italia. «Il mio interesse nei confronti del poliamore – dice
Piscicelli – data ormai da parecchi anni e si spiega con le sue
implicazioni sociali e di costume. La rottura, o l’apertura, della
coppia tradizionale annuncia infatti la messa in discussione della
famiglia nucleare, del rapporto tradizionale con i figli, del
convenzionale approccio al sesso; dunque un cambiamento sostanziale
nei rapporti parentali e di genere, una piccola rivoluzione non solo
nel costume. Ho voluto sperimentare una forma narrativa diversa da
quella classica, una forma che assume un plot multiplo che allinea
storie, o racconti, o stazioni, unificate dal personaggio centrale e
dall’argomento di base (in questo caso il poliamore)».
Emma, Matteo, Livia, Thomas, Céline, Aurore,
Yannick, Luc. Sullo sfondo di quel nuovo paradigma delle relazioni
amorose che si definisce poliamore, molte storie si intrecciano in
questo romanzo – tra Italia, Francia, India, Stati Uniti – e
vanno a comporre un piccolo affresco della moderna libertà amorosa,
contro ogni forma di ricorrente oscurantismo. L’autore tiene in
prodigioso equilibrio una narrazione di tipo classico e i dialoghi
serrati. Geniale è la rivelazione del nome di Emma da Austen mentre
fino a quel punto si poteva pensare a una Bovary post-moderna.
L’assunto del poliamore è supportato con un groviglio di rapporti,
separazioni, accoppiamenti, nuovi amori, sesso occasionale nel quale
a un certo punto si rischia di smarrirsi ma poi ci si appassiona e si
entra nel gioco. L’autore lo si riconosce per la distinzione tra
cinema e film, i riferimenti al mondo cinematografico attuale con
tutte le sue derive, la conoscenza e la passione per l’India e il
Giappone.
Poi naturalmente ci sono echi di romanzi e film
che lui ha amato, ma sono come succede spesso frutto di un lavorio
inconscio e i riferimenti e le suggestioni del lettore: si può
pensare qua e là a Schnitzler, a Le relazioni pericolose, a
Paul Auster, ai dialoghi incessanti e alla leggerezza di Rohmer, al
Woody Allen delle nevrosi femminili o addirittura a un Oshima
rivisitato dalla commedia cine-letteraria corale americana al
femminile, da Piccole donne alle più recenti (film e serie)
Sex and the City, Ragazze a Beverly Hills, Mean
Girls del filone sul «Girl Power». Ne farà un film? «Se
dovessi avere l’opportunità di trasporre in immagini questo libro
non penserei a un film ma piuttosto a una miniserie di 5 o 6
episodi».
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