mercoledì 5 giugno 2024

La magnifica ossessione. Il cinema di Salvatore Piscicelli: una recensione

 

 

Alla fine della notte. Con Ennio Fantastichini
 

E’ uscita sul magazine online iKonoPlast una recensione del libro La magnifica ossessione: il cinema di Salvatore Piscicelli a firma del critico cinematografico Claudio Trionfera. La riproduco qui di seguito.


Bebop metropolitano

Salvatore Piscicelli, l’intuizione e il suo sviluppo

Quando si parla e si scrive di Salvatore Piscicelli non si può fare a meno di pensare al concetto di nuovo e di spiazzante, in parte di destabilizzante e sicuramente seduttivo ma anche spigoloso. Insomma la scoperta è sempre dietro l’angolo, senza preavviso e senza compromessi. È uscito un bel libro su Piscicelli. Si intitola La magnifica ossessione: già, articolo determinativo a parte, proprio come il film di Douglas Sirk del ’54, dunque settant’anni fa, in una scelta non casuale perché Sirk è uno dei tanti nomi cui quello di Piscicelli è stato collegato in alcuni versanti del suo lavoro. Quanti riferimenti: anche i più diversi fra loro ma sempre piuttosto attendibili come quelli della posizione intermedia fra neorealismo e mélo e altro ancora. E oltre. A me viene in mente uno status oscillante fra Roberto Rossellini e Pedro Almodóvar (ci sarebbe anche Pier Paolo Pasolini) e così rispondo a un’altra ossessione, un po’ meno magnifica, che spinge la critica a cercare sempre e comunque una classificazione di genere e corrente o una prossimità autorale. In effetti sono semplificazioni necessarie. Ma mi piace anche dire un’altra cosa: che Salvatore Piscicelli rassomiglia soprattutto a se stesso, al frutto del suo impegno di critico cinematografico prima ancora che di regista e sceneggiatore. Perché il primo ha generato i secondi e i secondi non potevano essere frutto altro che del primo. In una elaborazione molto originale, sia nella fase creativa, sia in quella espressiva. Alberto Castellano ha curato il libro che esce coi tipi di Martin Eden, bel formato, 254 pagine, costa 15 euro e naturalmente vale molto di più. Dentro, dopo un motto proprio di Sirk e la intro di Castellano medesimo, c’è una saggistica cospicua, quindici brani di riflessione critica, un’intervista rivelatrice che ha attimi di zenith, una galleria fotografica, una necessaria filmografia e il resto dell’opera densa. Ciascuno degli interventi, tutti profondi, precisi e da leggere con attenzione, si propone in un’area specifica dell’autore: da Immacolata e Concetta in poi in una carriera che oramai s’accosta ai 45 anni, fatta di pause meditate e slanci decisivi, “vesuviana” sì ma a modo suo, destrutturata, realistica e visionaria insieme. A volte con gli andamenti narrativi del bebop. Insomma la rarità fatta regina. Teniamocelo stretto questo autore speciale.

[Claudio Trionfera]

https://www.ikonoplast.com/ikonoplast-magazine

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